Il libro è diviso in tre parti, nella prima abbiamo una sorta di antefatto in cui andiamo a conoscere un poco l'autore del libro, le circostanze che lo hanno portato a conoscere Pi, e naturalamente Pi stesso, il protagonista dell'avventura. Veniamo a sapere della sua infanzia nello zoo del padre e di come sia entrato in contatto con la religione cristiana e mussulmana. La parte centrale è il racconto vero e proprio. Pi viaggia verso il Canada su un mercantile giapponese con la sua famiglia ed alcuni animali dello zoo. Una notte, per motivi mai chiariti, la nave affonda lasciando il protagonista su una scialuppa per sette mesi. La conclusione è basata sul resoconto di due funzionari giapponesi che si recano da Pi per avere maggiori dettagli sull'accaduto e ci offre una chiave di lettura di tutto il racconto, a voi decider quale preferite.
Nella parte centrale si ha una sorta di rielaborazione del viaggio, ci viene raccontata la quatidianità sia con i dettagli di quello che il ragazzo deve fare per sopravvivere nei sette mesi, ma soprattutto contano le emozioni ed i sentimenti che scaturiscono dall'essere circondati giorno dopo giorno da una immensa distesa di acqua. Ad esempio Pi racconta del suo primo pesce ucciso, lui che è un vegetariamo, di come si è sentito, del fatto che è ancora nelle sue preghiere e di come il bisogno cambi velocemente le persone.
Pensavo che la parte tra lui e la tigre fosse preponderante, la base di tutti il racconto, invece viene trattao come uno dei tanti aspetti della quotidianità. Certo è vero che ogni azione del ragazzo è strettamente legata al suo compagno di sventura, ma il racconto non mi ha dato l'impressione di essere incentrato solo sulla tigre.
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